Nell’ultimo trentennio il paese ha conosciuto un eccezionale sviluppo demografico che ha portato un incremento della popolazione fino agli attuali 21.032 abitanti secondo i risultati dell’ultimo censimento ISTAT. Questa repentina ed inattesa crescita demografica è stata provocata, soprattutto dall’esasperato sfruttamento edilizio della frazione Canalicchio situata a ridosso della città di Catania e posta come terrazza sulla città e sul suggestivo porticciolo di Ognina, e negli ultimi anni, anche dallo sviluppo edilizio verificatosi nel capoluogo e nella frazione Piano.
Nella zona a nord della frazione Piano, negli anni sessanta anche le zone più remote si sono popolate di una miriade di villini sparsi un po’ dovunque per effetto di un turismo di massa che ha fatto nascere la speranza di nuove risorse economiche alternative.
La vocazione turistica del territorio, invero, si era prepotentemente manifestata, sebbene in forma elitaria, già nella seconda metà del secolo scorso per protrarsi sino agli inizi della seconda guerra mondiale. Lo dimostrano le ancora superstiti lussuose ville che si affacciano sulla Via Etnea, costruite da nobili e facoltosi catanesi che avevano
scelto per la villeggiatura delle loro famiglie l’ambiente sereno ed il clima mite di Tremestieri.
Sempre negli anni sessanta, l’economia prevalentemente agricola di Tremestieri è stata interessata – oltre che dal fenomeno a carattere generale dell’invecchiamento e della riduzione del numero degli addetti – dalla trasformazione dei vigneti in agrumeti consentita dalla disponibilità di maggiori risorse idriche e sorretta dal miraggio di più alti redditi.
Il settore agrumicolo, purtroppo, dopo qualche decennio è stato anch’esso afflitto da una profonda crisi provocata dalla carenza di sbocchi commerciali redditizi del prodotti rapportati agli aumentati costi di gestione. Costi notevolmente lievitati a causa dell’aumento del prezzo delle acque irrigue, dalla impossibilità di un largo impiego di macchine agricole – data la particolare morfologia dei terreni – e da una obsoleta forma di conduzione delle numerose aziende, tutte di piccola e media estensione anche per l’assenza di forme associative di produzione e di commercializzazione.
La diretta conseguenza è stata il quasi abbandono di terreni coltivati, la cui gestione era divenuta pesantemente antieconomica, e l’insorgere della aspettativa dei proprietari di un utilizzo a scopo edilizio dei terreni. Aspettativa che stenta ancora a concretizzarsi in mancanza di una compiuta programmazione urbanistica generale.
SPIGOLATURE
Nel romanzo di Giovanni Verga “La Tigre Reale”, in varie occasioni viene familiarmente menzionata Tremestieri evidentemente per abituale frequentazione da parte del Verga e della sua famiglia.
“Hai bisogno di rifarti …Se vuoi che andiamo in campagna… a Tremestieri…”
“…Faceva già troppo caldo per andare a Tremestieri o alla Piana…”
“… i ricordi più lontani e insignificanti… suo figlio, Firenze, Erminia, la chiesuola di Tremestieri…”